Mario Cavargna ha proposto, in una segnalazione pubblicata sul n° 18 della Rivista Segusium (Anno XVIII - Susa, dicembre 1982), l'ipotesi che l'attuale "Sanha" (pron. Sagna = acquitrino) ad Ovest dell'abitato delle Grandi Tanze sia ciò che rimane di un antico lago alpino le cui sponde, zona di abbeveramento della fauna locale, potevano garantire buona caccia e pertanto favorire nei pressi, l'insediamento umano. L'area costituirebbe un sito di notevole interesse in quanto, a differenza di altre stazioni in Valle poste in aree soggette a scivolamenti e frane, qui si potrebbero trovare "le tracce di un accampamento permanente sulle rive di un laghetto lungo un chilometro, a 600 mt. di quota, forse con una stratigrafia ancora leggibile." A sostegno di questa ipotesi si segnalano i seguenti elementi: la configurazione morfologica della zona, che si presta ad accogliere uno specchio d'acqua di significative dimensioni; la provenienza da questa zona di due reperti di notevole interesse, donati al Museo Civico di Susa presumibilmente verso fine '800, da due persone di spicco della comunità mattiese: Ajnardi Donato, sindaco di Mattie vero il 1890, donò un' accetta in giadeite (cm. 26 di lunghezza x cm. 5,6 di larghezza x cm. 2,9 di spessore) " trovata nel territorio di Mattie", definita nello studio dell' archeologo Antonio Taramelli " uno dei migliori esemplari dell'industria litica della penisola". Belmondo Francesco, maestro a Mattie tra la fine dell' '800 ed inizio 1900, donò un martello a mandorla con foro (cm. 13,5 lunghezza x 8 cm. larghezza x 3,2 cm. di spessore) "trovato nel territorio di Mattie" e "punto di riferimento per supporre una provenienza adriatica delle popolazioni che colonizzarono la valle nel 3.500. a.C." e inoltre esistono "solo altri due esemplari in Piemonte e Liguria (Nizza)" (ora Francia).
Peraltro Taramelli, che curò le ricerche del sito di Vaie e ne pubblico gli esiti nell'Estratto dal Bullettino di Paletnologia Italiana (Anno XXIII - numeri 7 e 9 - 1897 - Parma Stabilimento Tipografico Litografico L. Battei), attribuì la provenienza dei due oggetti sopra descritti a quella stazione. Ma, come segnala Cavargna, sulla copia di tale pubblicazione conservata nella Biblioteca Civica di Susa, l'allora curatore del Museo appose alcune note manoscritte che testimoniano i ritrovamenti a Mattie. La segnalazione di Cavargna conclude ricordando la presenza, su indicazione da parte della Sig.ra Tonda, nipote del maestro Belmondo Francesco, di una grande lastra di calcescisto con 5 coppelle e canali del tutto simili a quelle esistenti sotto gli archi delle 'Terme Graziane' di Susa. Dunque, partendo dagli elementi prima menzionati, è possibile fare un ragionamento su nuove ipotesi di ricerca alle Tanze di Mattie.
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