Si conoscono pochi particolari dei primi anni della sua vita.
Si è dedicò allo studio dei primi cronisti francesi e propose la pubblicazione di estratti sui primi periodi della monarchia.
Durante le guerre civili perse una grande parte dei suoi libri e manoscritti; in un tumulto fu costretto a lasciare Parigi rifugiandosi a Marsiglia.
Legatosi in seguito al Cardinale di Tournon, lo accompagnò in Italia nel 1554, dove venne inviato più volte come ambasciatore del re, con i rapporti sul seggio di Siena.
I suoi servigi gli fruttarono il posto di presidente della Camera dei Conti per lungo tempo e così gli permisero di riprendere i suoi studi letterari.
All'età di 70 anni, avendo contratto debiti, si trovò costretto a vendere il proprio ufficio; il re, divertito da un suo epigramma, gli concesse una pensione, con il titolo di storiografo di Francia.
Fauchet aveva la reputazione di scrittore imparziale, scrupoloso ed accurato; inoltre nei suoi lavori si trovano fatti importanti non documentati diversamente.
Era tuttavia completamente acritico ed il suo stile singolarmente inelegante.
Il suo lavoro principale (1579, 1599) tratta dell'antichità gallica e francese, dei dignitari e magistrati di Francia, dell'origine della lingua e della poesia francesi, delle libertà della Chiesa Anglicana.
Una raccolta venne pubblicata nel 1610.
Fauchet ha partecipato ad una traduzione degli Annali di Tacito.
Morì a Parigi verso la fine del 1601.
Fonte: Classic Encyclopedia (basata sull'Edizione 1911dell'Encyclopaedia Britannica)
Traduzione a cura di Silvio Tonda.